“Più turismo, cultura e un centro che torni a essere tale”

Viterbo – (p.p.) – “Promuovere progetti su turismo e cultura coinvolgendo l’università, rivalutare il centro e poi fare squadra con tutti gli attori coinvolti nel rilancio del territorio”. Fortunato Mannino lancia il suo piano per lo sviluppo della città. Per il segretario della Cisl, il centro storico si sta spopolando con le attività che si decentrano. Propone quindi alcuni suggerimenti come la creazione di alberghi diffusi, centri di ospitalità e strumenti per alimentare il turismo e quindi l’occupazione. Lancia il suo appello ai futuri candidati a sindaco per capire se siano disposti a metterlo in atto per il bene del territorio.

“Viterbo – dice Mannino – è una città dalle molteplici possibilità di sviluppo. Purtroppo, e sempre più spesso, queste potenzialità rimangono spesso inespresse.

Nel dettaglio: “Il turismo – continua il segretario della Cisl – è il settore che, al momento più di ogni altro, può offrire ampi margini di lavoro e progresso per il nostro territorio.

Dobbiamo immaginare la nostra provincia come una meta di destinazione coinvolgendo affascinanti realtà limitrofe come Orvieto, Pitigliano, Sorano e Civitavecchia: si potrebbe offrire, così, un menù che soddisferebbe ogni palato.

Turismo vuol dire arte, archeologia, enogastronomia, cultura, natura, bioagricoltura, ecc. elementi che la nostra provincia e le cittadine sopra elencate possiedono in quantità, qualità e vestita”.

Si collega un altro settore: “La cultura è una parte importante nello sviluppo di una città e spesso e volentieri è stata usata in modo inappropriato e strumentale dai vari politici di turno. Una cattiva politica culturale ha fatto si che il fulcro commerciale-economico di Viterbo si spostasse dal centro verso la periferia disperdendo risorse senza alcuna progettazione seria e un triste depauperamento del centro storico.

Le periferie devono vivere e svilupparsi, allontanarsi dall’accezione di semplice dormitorio ma questo giusto processo non deve avvenire alternativamente alla rivalutazione dei quartieri medioevali siti all’interno della cinta muraria.

Il centro della città deve tornare a essere luogo e abbandonare la definizione di “non luogo” che più le si addice osservandolo oggi.

Ciò può avvenire riportando gli uffici, amministrativi e privati, e le attività commerciali al “centro” della politica, nei “centro” della città; dove si favorisca una circolazione del traffico sostenibile prevedendo parcheggi fuori le mura, per i non residenti, con servizi navette gratuite”.

Mannino fornisce altri siggerimenti: “Vanno poi recuperati tutti gli spazi in disuso e semiabbandonati convertendoli in luoghi d’arte, musica, teatro, laboratori, convegni, cinema e musei e destinandoli in primis alle realtà più serie e di eccellenza. Si potrebbe invitare tutte le personalità di spicco, emerse nel nostro territorio e poi costrette ad emigrare altrove per poter vivere, a tornare, sostenendoli e fornendo loro ogni strumento idoneo.

La città può offrirsi come palcoscenico naturale per iniziative ed eventi che darebbero il giusto risalto a coloro, che pur bravissimi, non trovano risalto in una metropoli dispersiva e dalle immense offerte come Roma.

Tutto ciò potrebbe portare alla costituzione di start-up, cooperative e gruppi di lavoro che coinvolgano positivamente anche l’università della Tuscia con tutte le sue facoltà.

Ovviamente tutti questi possibili cambiamenti non potranno che portare a un significativo nel modo di vivere e pensare della cittadinanza coinvolta. Le poche ma grandi manifestazioni che oggi si svolgono a Viterbo, in vari periodi dell’anno, non li rendono più colti, più sensibili e consapevoli; a dimostrazione di questo le numerose librerie in chiusura o che si trasformano in cartolerie.

Si deve intervenire sulla cultura della condivisione, sulla costruzione di una rete che coinvolga tutti gli operatori turistici diffondere i wifi free su tutto il territorio”.

E ancora: “Certo è necessario adottare una serie di attività che riguardino la promozione, supportino il marketing, sostengano commercialmente le imprese esistenti e stimolino la creazione di nuove società, va analizzata la domanda e l’offerta che si crea.

Fondamentale per tutto questo è la creazione di un centro di ospitalità locale: una struttura indipendente esterna agli operatori privati e pubblici, operativa per l’accoglienza e la vendita del territorio, articolata in front office e on line.

II centro di ospitalità deve essere composto da un centro di ospitalità centrale e pit) centri di ospitalità territoriali con i quali si stabilisce uno scambio di informazioni e una stretta collaborazione su ogni aspetto operativo e programmatico inerente il turismo”.

Infine l’appello di Mannino che suona più  come un augurio: “Si può cambiare, sviluppare la nostra città ma si deve avere un’idea di città che voglia realmente favorire il cambiamento, lo sviluppo e di conseguenza anche migliorare la situazione occupazionale”.

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