Viterbo – Il segretario Mannino illustra le proposte della Cisl ai candidati della Tuscia e chiede concretezza per una campagna elettorale che non si basi solo sulle promesse e le liti “Europa, lavoro, fisco, sanità e welfare”
Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Ci troviamo a circa un mese dalle elezioni politiche e in alcuni casi amministrative.
In una campagna elettorale che si svolge in un paese civile e avanzato, come quello che riteniamo di essere, è doveroso parlare di tematiche serie, di problemi da risolvere, di proposte da avanzare per migliorare il sistema in cui viviamo.
La campagna elettorale 2018, invece, a detta di molti addetti ai lavori, è deprimente: si promettono cose che sarà impossibile mantenere, a meno che non si voglia distruggere l’economia del paese; si compete a chi abroga più norme, quando forse basterebbe che si controlli che vengano rispettate; si litiga sui social e si chiacchiera in salotti televisivi trasformati in “bar dello sport”; si alimenta la rabbia sociale per il proprio torna conto personale.
L’Italia non ha bisogno di tutto questo, non può permetterselo. Ci sono delle emergenze che vanno affrontate con serietà e celerità.
La Cisl, a livello nazionale, ha stabilito le priorità che la politica dovrebbe perseguire: Europa, lavoro, fisco e welfare. La Cisl di Viterbo, con convinzione, sostiene le indicazioni della sua struttura nazionale.
Sull’Europa si deve cambiare passo: va perseguito il fine di costituire gli “Stati Uniti d’Europa”, unico ed efficace argine ai nazionalismi; va cambiata la politica economica, non più basandola solo sull’austerità fiscale, ma istituendo un ministro dell’Economia Europeo e trasformando il Fondo salva Stati in Fondo Monetario Europeo.
Si devono cercare risposte strutturali ai processi migratori, arginare i diktat dei Paesi dell’Est sulla spartizione dei flussi, anche istituendo una Europa a due velocità. Necessario sarebbe anche un Ministero degli Interni europeo per arginare il terrorismo interno e un Ministero degli Esteri reale per avere più peso a livello internazionale con partner di spessore come gli Stati Uniti d’America e la Cina.
Per quanto riguarda il sociale si deve istituire un Fondo europeo di sussidi per la disoccupazione, un Fondo di sostegno all’occupazione giovanile e un Fondo per il reddito di inclusione rivolto a persone in emergenze reddituale purché ci si impegni in un percorso di formazione e riqualificazione professionale.
Infine, va impostata una politica contrattuale europea per contrastare il fenomeno del dumping contrattuale e sociale sul costo del lavoro: le vicende Amazon e Ryanair offrono spunti interessanti a riguardo.
Sul lavoro, mai come in questo periodo servono proposte credibili. La Cisl è consapevole che la contrattazione, sia nazionale che decentrata, è uno strumento per confezionare e adattare le flessibilità e le tutele del lavoro in ogni realtà, territorio e settore. Vanno salvaguardate le nostre eccellenze a partire dal distretto ceramico di Civita Castellana e di aziende storiche come la Unopù.
Si devono attuare politiche attive serie: potenziare i centri per l’impiego, rivedere “Garanzia giovani”, gestire le crisi aziendali con nuovi strumenti, armonizzare gli assegni di ricollocazione con le misure regionali.
Importante sarà investire in servizi di orientamento, istruzione e formazione continua; il mondo del lavoro e della scuola devono stabilire collegamenti preferenziali che si basino sull’apprendistato duale e sull’alternanza scuola-lavoro, che comunque presenta criticità oggettive.
Il lavoro è sempre più offerto in forme discontinue e parziali: questo fenomeno va monitorato; è necessario istituire misure di compensazione che tutelino coloro che effettuano prestazioni povere.
Sul tema della conciliazione vita-lavoro, non è più sufficiente basarsi su formule rimborsuali stabilite dalla copertura contrattuale ma si deve puntare sui servizi che si hanno a disposizione nei territori. Si devono prevedere incentivi omogenei nei territori e semplificati nelle procedure per la piena inclusione lavorativa delle persone disabili.
Per concludere, è indispensabile intervenire sul cuneo fiscale legato al lavoro, per rendere più competitivo e leggero il lavoro stabile.
Sul fisco, la Cisl non vuole giocare “a chi la spara più grossa”: la nostra visione fiscale ha come principale obiettivo l’equità del sistema, l’alleggerimento della pressione fiscale, la semplificazione e il recupero dell’evasione fiscale.
Non si può prescindere dalla progressività. Tre i cardini della nostra proposta: sostenibilità dei conti pubblici, sostenibilità sociale (no a tagli su servizi e prestazioni sociali, no ad aumenti di altre imposte pur di tagliare l’Irpef), benefici per chi ha sopportato i costi della crisi.
Sul welfare bisogna investire su un nuovo modello di società futura. Il nostro Paese, e la nostra Provincia vive una profonda trasformazione demografica: si vive più a lungo e si fanno meno figli. Servono proposte politiche incisive che interessino la famiglia e il ruolo che può esercitare in termini di coesione e volano di sviluppo.
Deve cambiare anche l’approccio culturale: l’interscambio dei ruoli uomo-donna è un obiettivo da realizzare dentro le famiglie insieme alla sinergia intergenerazionale.
Costruiamo un patto per la natalità e a tal fine è fondamentale l’occupazione femminile con il mantenimento del posto di lavoro dopo la nascita di un figlio; si deve istituire un congedo di paternità obbligatorio più corposo, aumentare il congedo per le mamme, ampliare i servizi per la prima infanzia a livello territoriale soprattutto.
Occorre una programmazione nazionale integrata socio-sanitaria che si sommi al Fondo per la non autosufficienza: il rischio della non autosufficienza in Italia non è più occasionale ma è diventata una condizione attesa e prevedibile.
Con la crisi del 2008 è emersa la necessità di definire su larga scala una strategia di contrasto alla povertà e all’esclusione che non si basi solo su misure sperimentali, prestazioni territoriali e social card.
Il Fondo strutturale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale necessita di essere ampliato, le risorse del Fondo vanno però costantemente monitorate affinché non vengano dirottate altrove o rimangano sottoutilizzate.
Importante in questo senso il lavoro che sarà fatto da Regioni, Ambiti e Comuni nel costituire tavoli regionali dell’Alleanza contro la Povertà.
Per concludere, non si può non affrontare il tema del sistema sanitario. Vanno ridotte le disuguaglianze regionali, arginare il fenomeno della mobilità e della rinunica alle cure. La Cisl è a favore di un sistema sanitario universale che si può garantire solo con una visione complessiva dell’integrazione, che non deve sostituirsi al pubblico, ma compensarlo in modo efficace.
Molte persone non hanno l’opportunità di beneficiare di coperture integrative: per questo si auspica l’attivazione di Fondi integrativi socio-sanitari rivolti all’intera collettività territoriale/regionale.
Su queste proposte, ci aspettiamo piena sintonia e massimo impegno dai candidati del nostro territorio.
Fortunato Mannino
Segretario generale Cisl Viterbo